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Asmarina
video site specific diffuso per il quartiere de Il Lazzaretto, chiamato la "piccola Asmara" , Pt. Venezia, Milano.
Il vero confine è sempre di classe, genere e etnico.
La rilettura del colonialismo italiano è un’operazione dolorosa che solo l’arte contemporanea può affrontare dentro ad un quartiere di ex “colonizzati".
La violenza che le donne subiscono è infinita.
A partire da un testo di Chiara Volpato, ricercatrice e docente all’Università Bicocca
l’opera si concentra sul tema della violenza coloniale italiana in particolare sulla violenza di genere.
Vestito da uomo occidentale, l’artista si fa truccare mentre snocciola i numeri del sadismo italiano, riletti e rimontati a partire dal saggio della Volpato.
Il formato verticale, che rimanda al verticalismo architettonico e alle pubblicità bumpers sparse a Milano su schermi IGP Decaux, alcuni elementi estetici come una lampada anni ‘20 e un vero teschio assurgono a dimensione collante Storia italiana, che oggi come ieri, è macchiata di sangue innocente, da Ilaria Alpi alle migliaia di Eritree ed Etiopi uccise e stuprate dai militari.
Asmarina
site-specific video fragmented into local Eritrean shops of Pt.Venezia "Asamar neighbourhood", Milan
The real border is always class, gender and ethnicity.
The reinterpretation of Italian colonialism is a painful operation that only contemporary art can tackle inside a neighborhood of former "colonized" people.
The violence that women suffer is infinite.
Starting from a text by Chiara Volpato, researcher and professor at Bicocca University
the work focuses on the theme of Italian colonial violence, in particular on gender violence.
Dressed as a western man, the artist has his makeup done while he rattles off the numbers of Italian sadism, re-read and re-assembled starting from Volpato's essay.
The vertical format, which recalls the architectural verticalism and the bumpers advertisements scattered in Milan on IGP Decaux screens, some aesthetic elements such as a lamp from the 20s and a real skull rise to the dimension of Italian History, which today, as yesterday, is stained with innocent blood, from Ilaria Alpi to the thousands of Eritreans and Ethiopians killed and raped by the military.